OMAGGIO A DANTE (1265 – 1321)

CAMPALDINO. COMPUTO GIOSTRESCO RIGUARDO TRE TROFEI E CENNI SALIENTI, SUL “SABATO DI SAN BARNABA” –

“ … NAVE SANZA NOCCHIERE IN GRAN TEMPESTA … “ (Purgatorio, Canto VI

Come altrettante occasioni, crediamo sia utile e corretto, riassumere sui Trofei in tema per l’evento storico tenutosi nella Piana di Poppi (sabato 11 giugno 1289, “Sabato di San Barnaba”) che – nel secolo scorso – sarebbero stati due. Evento storico, descritto e vissuto in prima persona da Dante Alighieri stesso, all’ eta’ di 24 anni. Quel giorno feditore, tra le fila dell’Oste fiorentina. Ben due Lance d’Oro a tema, nel secolo scorso, furono assegnate in piazza Grande. Una nel 1939, mai ufficializzata quanto dedicata e, a libera interpretazione storica o museale. In quel primo decennio, infatti, non erano usuali le titolazioni ai Trofei posti in palio. Mentre, l’altra, conseguita da Porta Crucifera (del tutto ufficiale) per la 76a edizione corsa in diurna il 27 agosto 1989, che fu messa in palio dalla Magistratura a distanza di mezzo secolo dalla prima. La prima neppure ufficiosa, come illustrato, fu conquistata ante guerra da Porta Sant’Andrea l’11 giugno 1939, per il Trofeo in palio nel 650° (esatto) dall’evento di Campaldino, annoverato dai Biancoverde con 6 punti definitivi, nelle due carriere regolamentari da Alessandro Ghinassi e Ivo  Bottacci (in diurna) grazie ai 3 punti colpiti, ciascuno. Un’unica certezza e per nulla banale e’ che entrambe le Compagini, tengano in modo particolare alle proprie aste conservate all’interno dei rispettivi Musei. Per gli organi giostreschi, riguardo l’Albo d’Oro ufficiale della manifestazione – i due Trofei – sono comunque rubricati come, 3° successo riportato dai Biancoverde nel 1939 e – rispettivamente – 23° annoverato dopo 50 anni dai Rossoverde, nel 1989. Coppia di giostratori : Marco Filippetti e Eugenio Vannozzi, in occasione del 7° Centenario. I due alfieri Cruciferini riportarono il successo in quella Giostra (pure diurna) senza spareggio alcuno, grazie ai 7 punti ottenuti, anch’essi nelle due carriere ordinarie previste e come verificatosi mezzo secolo prima, per Ghinassi e Bottacci in Porta Sant’Andrea. Per onore di cronaca riguardo i due Trofei, pero’, NON e’ stata affatto conteggiata una terza Lancia d’Oro. Anch’essa dedicata – indirettamente – all’epico evento di Poppi del 1289. Quest’ultima Asta (recente) fu posta in palio, il 21 giugno 2008 in occasione della 115a edizione corsa in notturna – e di fatto – intitolata dalle Istituzioni e dalla Diocesi locali, a Guglielmino degli Ubertini (1219 – 1289) vescovo guerriero. Ucciso nella mischia dai guelfi con Bonconte da Montefeltro (1250 c.ca – 1289) generale dei ghibellini. Quest’ultimo “… forato ne la gola, …” all’altezza della gorgiera poi … “insabbiatosi, fra i gorghi del torrente Archiano”, che scorre non lontano dalla Piana della battaglia (come descritto da Dante nella Commedia in modo del tutto figurato e immaginario, nel Canto V del Purgatorio). Bonconte e i suoi eliminati, tragicamente assieme ad altri valorosi dell’Oste ghibellina, il di’ di San Barnaba (1289). Un Trofeo giostresco quello del 2008, vinto nuovamente da Porta Crucifera (dopo quello gia’ conseguito 19 anni prima) grazie alla Coppia composta da M. Cherici ed Al. Vannozzi e segnalato nell’Albo d’Oro – quale 33° – nella storia della Compagine di Palazzo Alberti. In pratica Eugenio Vannozzi padre di Alessando, vinse il Trofeo del 1989 assieme a Marco Filippetti mentre – il figlio Alessandro – consegui’ il 3° Trofeo (dedicato a Guglielmino Ubertini) in coppia con Marco Cherici circa quattro lustri piu’ tardi, nel 2008. Il progetto d’arte per quest’ultimo Trofeo “diocesano” e di pregio, fu per opera di Itala Gasparini; mentre l’intaglio dell’asta fu realizzato da Francesco Conti presso il proprio laboratorio in via Mazzini. Come del resto per il precedente nel 1989, intitolato al 7° Centenario. Infine concludiamo, con alcuni cenni storici di non poco conto. Nel 1289, alcuni giorni prima dello scontro, per raggiungere la Piana di Certomondo e il campo di battaglia in alto Casentino, le armate dell’Oste ghibellina uscirono da Arezzo mettendosi in marcia verso nord, uscendo dalle mura nella zona di Porta San Clemente – oggi – attuale territorio di Porta del Foro. Mentre le truppe guelfe fiorentine, composte da molte migliaia di armati e cavalieri (di gran lunga superiori per numero, rispetto a quelle aretine) radunatesi inizialmente a sud presso la piana di Ripoli; si avviarono a valicare il Passo della Consuma, per raggiungere poi il campo di battaglia in alto Casentino, presso la Piana di Poppi. A meta’ strada tra le due citta’ contendenti e in guerra politica tra loro. Inoltre non ha alcun riscontro per nulla certo – tanto piu’ – la tesi fantasiosa secondo la quale, l’anziano (e miope) vescovo a capo dei ghibellini, sia stato finito in Campaldino nel corso dell’epico scontro a colpi di mazza ferrata, proprio per mano (diretta) del giovane poeta fiorentino. Quel sabato stesso, Dante Alighieri, in forza ai feditori guelfi (leggeri) pertinenti all’antico Sestiere di Porta San Piero, era al comando dell’amico Vieri De’ Cerchi. Dovessimo collocare virtualmente tale Porta fiorentina oggi, non piu’ esistente, in tempi attuali sarebbe ubicata nel territorio “Azzurro” di Santa Croce (ed e’ curiosamente proprio in Piazza Santa Croce, che a fine giugno, si disputano le gare del Calcio Storico fiorentino tra i quattro Quartieri di Firenze e ove R. Benigni ha recitato di recente la Divina Commedia in onore di Dante tramite un suo spettacolo teatrale nazionale, tenutosi appunto all’aperto – http://www.calciostoricofiorentino.it ). Certamente non fu per mano dell’Alighieri, che il Vescovo aretino fosse trucidato. Lanciatosi al galoppo dal Castello Guidi, al tempo quartier generale dei ghibellini, sulla Piana di Poppi in compagnia (?) del nipote, il condottiero Guglielmo dei Pazzi del Valdarno (1230 – 1289) al grido di : “San Donato Cavaliere. Morte ai guelfi ! “ Una tesi, quella  che – Dante abbia ucciso Guglielmino vescovo – priva di ogni fondamento plausibile. Non fu affatto Dante il giustiziere del vescovo e ad uccidere l’alto prelato dei ghibellini, nella sanguinosa mischia casentinese avvenuta per San Barnaba, nel 1289. Sotto i frangenti di un gran temporale, per di piu’. L’elmo di Guglielmino venne rinvenuto dai guelfi vincitori sul campo di battaglia, nei pressi del “corpo rotto” dell’alto prelato ghibellino e portato a Firenze. L’oggetto fu esposto rovesciato, con il pennacchio (?) all’ ingiu’. Con ogni probabilita’, un copricapo da guerra di tipo pentolare. Il suo elmo appeso in centro a Firenze e per scherno, all’interno del Battistero di San Giovanni ( http://www.duomo.firenze.it/it/scopri/battistero-di-san-giovanni , http://www.monaci.org ) quale – trofeo di guerra – ma al tempo stesso un segno per un voto religioso di ringraziamento, riguardo le sorti finali (benevole) nei confronti di Firenze per la vittoria riportata sui “nimici” ghibellini. Cio’ avvenne, subito dopo il rientro a Firenze dell’Oste guelfa vittoriosa, in Casentino, grazie all’intervento decisivo della cavalleria pistoiese (“i pistolesi”) capeggiata dal condottiero fiorentino Corso Donati (1250 ? – 1308). Quest’ultimo considerato non solo dagli storici, come il vero vincitore della terribile disputa tenutasi a Poppi. Ma comandante in capo responsabile dell’Oste fiorentina – quel giorno – fu il condottiero francese di ventura Amerigo da Narbona (1260 ? – 1328). Arezzo e la Diocesi riottennero l’agognato elmo da Firenze, in tempi successivi – ben dopo quattro secoli c.ca – nel tardo seicento. Nel periodo granducale, retto da Cosimo III De’ Medici (1642 – 1723) che regno’ in Toscana, dal 1670 sino alla morte; mentre il vescovo ghibellino – 59° della Diocesi locale, ucciso a Campaldino – proprio dal 2008, riposa ben dopo 719 anni all’interno della Cattedrale aretina stessa ( http://www.ilbelcasentino.it/arezzo-seq.php ). La prima sepoltura era avvenuta nella chiesa della SS. Annunziata a Certomondo in Campaldino, subito dopo la tremenda carneficina. I suoi resti (“rotti”) son or collocati ai piedi dell’amico fraterno Papa B. Gregorio X (S.S. Papa Tedaldo Visconti da Piacenza – http://www.turismoapiacenza.it ) in fondo a sinistra dell’Altar maggiore. Questa circostanza cara alla Diocesi e agli storici aretini, si e’ realizzata grazie alle collaborazioni intercorse con la Compagnia religiosa di  Poppi, fra il Card. G. Bassetti ( http://www.ceinews.it ) allora, vescovo di Arezzo e per (alacre) opera del dr. P.L. Rossi ( http://www.fraternitadeilaici.it ). Il sepolcro dei due prelati storici ubicato in duomo, nei pressi della “Maddalena” realizzata in affresco da Piero della Francesca ( http://www.pierodellafrancesca.it ) – fra il 1460 e il 1466 – e’ visitabile (ma non e’ fatto consiglio, quando si tengono le funzioni liturgiche all’Altar maggiore). L’affresco della “Maddalena” di Piero, e’ posizionato sotto il cenotafio intitolato all’altro grande vescovo-guerriero aretino, Guido Tarlati da Pietramala (? – 1327) che fu il 61° della nostra Diocesi. Quest’ultimo, gia’ consacrato vescovo nel 1312. Anche i potenti Tarlati da Pietramala presero parte alla battaglia di Campaldino ed ebbero poi, piu’ tardi, il proprio Castello (in Pietramala) distrutto proprio dai fiorentini, quasi un secolo dopo il “Sabato di San Barnaba”, nel 1385. Nonche’ piu’ di un lustro prima, della cospirazione anti-fiorentina, che sarebbe stata tramata da Messer Giovanni di Egidio da Celaia nel 1391 ( … altro storico successo giostresco di Porta Sant’Andrea, il  18°, riportato dalla Compagine di Piazza San Giusto il 1° settembre 1991). Alcune citazioni al tempo del “Sabato di San Barnaba” piu’ che attendibili, riportano che al termine di quella giornata (“cruentissima”) – in alto Casentino – i caduti nei pressi di Poppi, siano stati circa 2500. Ma altre fonti documentali, testimonierebbero un numero di morti ben maggiore e con una moltitudine di cavalli, cani e buoi abbattuti in modo violento. Fu una carneficina “covata” in un contesto politico di forti divisioni, fra i Comuni (le Signorie nobiliari) e i Campanili, ben al di fuori del solo Casentino – ove a quel tempo poi – il mestiere della guerra, ferocia, odio, brutalita’ e prepotenza li facevan da padroni. Poi elmi forati, camagli e cotte insanguinati rotti a colpi di lame, mazze ferrate e spade spezzate, lance tronche, monture e gualdrappe strappate; palvesi vari spaccati e posti a oltraggio, carri incendiati, scudi distrutti a colpi di picca e ancor varie verrette in stragrande quantita’ (sulla Piana di dardi, ne arrivarono a piu’ riprese intervallati a pioggia, da ambo le parti) poi sangue, tanto e morte, ovunque. Vi fu gran confusione orribile, nel di’ di San Barnaba 1289 e – come del resto – lo era gia’ stata a Montaperti nel senese 29 anni prima (il 4 settembre 1260 – http://www.tuttatoscana.net , http://www.ilpalio.org , http://www.terredisiena.it ). Alla fine delle operazioni belliche dopo la pioggia e con il caldo – di li’ a poco – inizio’ a salire nel silenzio della morte, un fetore inenarrabile che si sparse per giorni in tutta la valle. Tra Poppi stessa, Pratovecchio, Romena, Porciano, Moggiona (Camaldoli – http://www.camaldoli.it ) Borgo alla Collina, Castel San Niccolo’, Montemignaio, Strada (?) o a Bibbiena, sino alla Verna forse ( http://www.laverna.it ) e oltre. Quasi tutti luoghi, nei quali, e’ ricordato Dante e – ove piu’ tardi del 1289 – ivi fu esule. Non solo in Campaldino, per tutto il Casentino e in Toscana, ma sino a Verona – http://www.turismoverona.eu Sono molteplici i luoghi d’Italia fino a Ravenna, ove e’ sepolto ( http://www.turismo.ra.it ) che ancora oggi parlano di lui – http://www.casentino.it/it/eventi/965-dante-e-la-battaglia-di-campaldino. (G./nt.-AR.; btti.glr., bdl.d.alv.-D.si/AR., rss.p.lg.-F.ta.d.L.ci/AR., T.d.AR., Bg.Ar.A.d.M.ti, gst.sfn.-Sgn.Arrt., vtr.vit., ccni.fdr., C.r.b.T./Poppi-C.tino; bng.rbt./Rai; gni.egn., cbn.crl./Rg.T.na; cmgn.dn., Aghr.Dt./Fi., vlln.gvn.; gnnl.lc./Smsx-FI., cet.csm., ncn.rcd.; nzzl.wt., bcll.plg./”azzurri”-S.C.ce-Fi., vtr.ptr./”verdi”-S.Gvn.-Fi.; frr.als., gln.m., czl.ald.; fnfn.gsp., bti.lc./Sc.st.Ar.; and.an.-st.ico-Q.d.S.A./Ar.; bnd.als., bcp.als.-I.G./Ar.; bagl.gn.pl. e rgss.mr.-U.s.Duomo/Ar.; flic.rbt., fcss.fcs.-Q.d.P.d.F./Ar.; rcc.ug., cnq.gu., pct.ez., frd.crl., nsi.sg., alt.ug., srr.gn., gll.ez. – Q.d.S.A./Ar.; pti.rbt. – Q.d.S.S./Ar.; crn.agl.-st.ico-Q.d.P.C./Ar.; rfll.gdo., fzzl.mrz., brt.ald., ern.mc. – Q.d.P.C./Ar.)

 

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti per migliorare la tua esperienza di navigazione.
Cliccando ACCETTA acconsenti al loro impiego.
Per maggiori informazioni leggete la nostra Informativa Estesa Privacy e Cookie policy