LE LANCE D’ORO DEL ’92 E DEL ’98 6 settembre 1992 XIX Vittoria – In onore di Piero della Francesca
(Lancia d’oro dedicata alla Pittura)
(Realizzazione, appositamente per il sito biancoverde, a cura di “Extravideo”, Massimo Di Gorga – Arezzo
Ottim Marcello Vardi e Roberto Rossi – Foto Tavanti; 83esima edizione Giostra del Saracino dell’epoca contemporanea)
19ª Vittoria di Porta S. Andrea: la lancia d’oro
di Piero Della Francesca, cui si può associare idealmente
la memoria di Cristoforo Colombo.
Una magnifica accoppiata: Sergio Nasi raggiante impugna la lancia d’oro di “Piero”, sullo sfondo di palazzo Brizzolari, è l’icona di quel trionfo, a questo soggetto si è ispirata anche la pittrice di origini lucane Annamaria Epifani, per realizzare un delicato acquerello.
Nella foto di Piero Vannuccini è riportata la decisiva II carriera di Martino Gianni;
in sella a Fraddiavolo centra in pieno 4 splendidi punti.
Maurizio Sepiacci aveva marcato anch’egli 4 punti IN SELLA A GALILEO nelle prime carriere.
(S. Andrea trionferà per la XIX volta con 8 punti).
La vittoria si decide all’ultimissima carriera, Mario Giacomoni per porta S. Spirito, esegue un tiro bellissimo; colpisce in pieno quattro punti vicino al centro,
ma l’impatto è violento e la lancia gli sfugge via come una scheggia impazzita, per S. Spirito il punteggio sarà quindi 0 come specifica l’articolo 42 del regolamento:
«Il giostratore che non riconsegna la lancia alla giuria, avrà l’azzeramento
del punteggio conseguito. A meno che non asporti l’intero mazzafrusto (art. 37)».
“Battaglia di Eraclio e Cosroe”, affresco di Piero della Francesca da cui il maestro intagliatore FRANCESCO CONTI ha ricavato nel cilindro paramano dell’asta
per la giostra celebrativa del 500° anniversario della morte. Paramano illustrato a sinistra con la pergamena celebrativa
Un altro bel dettaglio della pregevole lancia d’oro conquistata dai giostratori Maurizio Sepiacci e Gianni Martino il 6 settembre 1992 nella ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Piero Della Francesca, scomparso in Sansepolcro il 12 ottobre 1492.
Non può sfuggire la coincidenza di tale data con il giorno esatto della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo che mentre Piero chiudeva per sempre gli occhi sbarcava a San Salvador (Bahamas, isola delle Lucaie – Baia di Fernandez).
Anche la data del 6 settembre ha rimandi al grande navigatore.
Fu infatti proprio il 6 settembre 1492 che le tre caravelle
salparono dalle Canarie, affrontando l’ignoto del grande oceano.
Andrea “Gugo” Milesi in lacrime con Dino Mangani.
S. Andrea ha colpito… di nuovo!
(Foto Lia Gelli Tenti – Archivio storico di Porta S. Amdrea.
21 giugno 1998 XXIV Vittoria – In onore di Antonio Guadagnoli
(Lancia d’oro dedicata alla Poesia)
Il Primo valletto del Comune Renato Brunetti con la lancia d’oro di Guadagnoli, lungo la sfilata che terminerà in Piazza Grande.
(Foto Piero Vannuccini)
QUELLE MANI TESE
Sapevo che la carica di Rettore non poteva essere semplice, ma non avrei mai creduto che fosse così impegnativa, continuativa, difficile. Tutte quelle riunioni quelle decisioni quelle considerazioni.
Mi viene in mente che forse nel passato abbiamo criticato troppo i miei predecessori, senza renderci nemmeno conto delle difficoltà che continuamente affrontavano.
Ma come sempre accade più grande è l’impegno, maggiore è la soddisfazione della Vittoria.
Il successo di Giugno in Piazza Grande mi ha confuso a tal punto che dopo l’assegnazione ufficiale da parte dell’Araldo della Lancia D’Oro al nostro Quartiere, è stato il Sindaco stesso ad invitarmi a ritirare la lancia, cosa che io, al massimo della confusione, nemmeno mi sognavo di fare.
Poi voltandomi verso il popolo biancoverde, la commozione; tutti quegli sguardi, quei sorrisi, quelle mani tese.
Tutti si complimentavano con me, con il Capitano, con i Giostratori, ed è stato allora che i miei pensieri sono andati a tutto il consiglio direttivo, ai gruppi di lavoro, alle donne del Quartiere, perché è anche per merito loro e della loro collaborazione se si sono potuti raggiungere certi risultati.
Vorrei ringraziare tutti i quartieristi di S. Andrea e posso tranquillamente dire che questa Lancia D’Oro è di tutti quelli che amano i nostri colori e soprattutto di coloro che purtroppo prematuramente ci hanno lasciato.
Mario Brigidi – Rettore
(Articolo tratto dal numero speciale de “Il bando” in occasione della vittoria nel giugno 1998)
Maurizio Sepiacci, in sella alla placida Margot.
Il giostratore verdecrociato colpisce nel centro del bersaglio.
Il punteggio più difficile, sono 5 punti insperati che, sommati al punteggio già ottenuto da Martino nelle prime carriere (4 punti in sella a FRADDIAVOLO), vogliono dire la vittoria per S. Andrea, la piazza resta di sale! Foto Bruno Tavanti
Dalla Giostra notturna del 28/Agosto/1976, vinta dal Nobile Quartiere di Porta Crucifera (con la coppia di Giostratori M.Capacci e G.Tabanelli), un Quartiere tornerà a trionfare in Piazza Grande con ben 9 punti (punteggio molto alto) nelle due carriere ordinarie previste dal regolamento
Te Deum di ringraziamento in cattedrale, subito dopo la Vittoria della Giostra.
Il capitano Andrea Lanzi e i giostratori, in mezzo al tripudio del Popolo di San Giusto. Don Alvaro celebrerà il rito. Foto Vannuccini
Ingresso trionfale in cattedrale… con la lancia dedicata alla Poesia.
Come si può vedere dalla foto il “9” è di nuovo uscito (non usciva da 22 anni) sulla ruota della Giostra. Foto Vannuccini
Te Deum di ringraziamento del 5 luglio 1998 in Sant’Agostino,
Parrocchia-Oratorio del Quartiere di Porta S. Andrea.
Il Capitano Andrea Lanzi ed il Rettore Mario Brigidi con la lancia d’oro di Nibbi, dedicata ad Antonio Guadagnoli, sono qui fotografati a lato dell’altare.
Nella foto a destra ancora Lanzi e Brigidi con il paggetto Lorenzo Pecchi.
I paggetti sono le mascotte dei Quartieri. Nel 99% dei casi, si è paggetti solamente una sola volta nella vita.
Foto Vannuccini
Nota curiosa: il primato assoluto delle partecipazioni in veste di paggetto nel ’900, con ogni probabilità, spetta ad una Bimba del Nobile Quartiere di Porta del Foro nelle giostre del Saracino alla metà degli anni ’90.
Un collage di documenti relativi alla lancia d’oro del 1998, la copertina del numero speciale de “Il Bando” dedicato a quella vittoria, il bozzetto in stile naif premiato al concorso per i bozzetti inerenti le lance d’oro per le Giostre del Saracino.
Il bozzetto è tratto dal volume “LANCIA D’ORO 1998”, inerente la Mostra dei Bozzetti, edito dal Comune di Arezzo e dall’Istituzione Giostra del Saracino a cura del Dr. Michele Loffredo.
Infine il biglietto d’ingresso in Piazza Grande autografato dai Giostratori, dal Capitano Andrea Lanzi e dal Rettore Brigidi.
La gioia per questa lancia d’oro venne un po’ offuscata dalla scomparsa, in Faenza, nel mese di aprile di quello stesso anno, di FRANCO RICCI.
Ma il nome di Ricci rimane sempre presente, come testimonia la seguente risoluzione:
«Il Consiglio Direttivo del Nobile Quartiere di Porta S. Andrea, per ricordare il Giostratore Franco Ricci, vincitore di ben 11 Lance d’oro, conseguite nel corso della sua venticinquennale carriera prestigiosa, svolta con onore dal 1968 al 1993 e prematuramente scomparso in Faenza nell’aprile 1998;
INDICE ad A.D. – 1999
Il Premio Annuale di Pittura “FRANCO RICCI” per opere artistiche ad esclusivo soggetto giostresco. Il Premio, promosso dagli organi direttivi del Nobile Quartiere di Porta S. Andrea ad INSIDACABILE GIURIA, avrà quale improrogabile termine per la presentazione delle opere artistiche IL PENULTIMO LUNEDI’ del mese di agosto di ogni anno».
IL PERSONAGGIO
Antonio Guadagnoli nasce ad Arezzo il 15 dicembre 1798, ultimo discendente di una illustre famiglia aretina.
Si iscrisse all’Università di Pisa nel 1817 e si laureò in Lgge nel 1822, anche se il suo amore era la poesia, cercò di compiacere il padre che lo voleva sistemato solidamente e provò a fare l’avvocato con scarsa fortuna. Nel 1823 perse l’amata sorella Maria ed il padre Pietro, si trova così a dover provvedere alla madre e la poesia non bastava, anche se la lirica “Il naso” ebbe successo e fruttò qualche denaro, Fu così che Guadagnoli si diede all’insegnamento fondando nel 1833 (a Pisa) un proprio Istituto che ha fortuna. Nel 1843 muore la madre, Guadagnoli lascia Pisa e torna ad Arezzo, dove gli viene data una cattedra. Successivamente, in seguito ad un’eredità, può ritirarsi a Cortona dove può scrivere in pace, è Confaloniere di Arezzo dal 1849 al 1850. Nel 1855, durante una terribile epidemia di Colera Antonio si scopre anche benefattore, si dedicherà con sprezzo del pericolo ai malati, fondando poi, a morbo debellato, la Misericordia di Cortona. Nel 1857 eredita ancora, ma l’anno successivo muore di infiammazione al petto nella sua villa di Cortona.
Questi suoi versi ne sono il ricordo più significativo:
“E se del resto ebbi la sorte avara
Alti sensi mi dette ed alto il cuore,
Perciò m’ama ciascun, ciascun m’apprezza,
E per me questa è la più gran ricchezza.
Estratto sintetico dell’articolo di Ezio Piccini, dal N. 0 de “Il Bando”, maggio 1998.